Monocromi
Molte delle sue prime opere furono dipinti monocromi, in diversi colori. Realizzò più di mille tavole in sette anni. Il suo intento era quello di utilizzare i singoli pigmenti puri, in modo che il colore non perdesse la luminosità una volta unito ad un legante. Non era solo una questione estetica, ma anche un fatto concettuale, la ricerca di una corrispondenza intima con la misura umana. Nel 1955 iniziò ad utilizzare come fissativo, un prodotto chimico chiamato Rhodopas e solo così, secondo l’artista, il colore poteva acquisire una vita propria ed autonoma divenendo un individuo evoluto. Ben presto sentì l’esigenza di abbandonare lo studio delle diverse nuances per concentrarsi su un’unica tinta, il blu,che doveva unificare il cielo e la terra e dissolvere il piano dell’orizzonte. Fu nel 1956 che creò “la più perfetta espressione del blu”, un oltremare saturo e luminoso, privo di alcuna alterazione, poi da lui brevettato col nome di International Klein Blue (IKB, =PB29, =CI 77007), che però non venne mai prodotto.
Klein produsse anche altre opere molto particolari, dette Antropometrie: dove alcune modelle, secondo le direttive di Yves Klein, si “intingevano” nel colore per poi stendersi su tela lasciando così un’impronta che l’artista definiva “traccia di vita”. Un’altra tecnica simile era quella delle Registrazioni di pioggia che Klein realizzava guidando nella pioggia a 70 miglia all’ora, con una tela legata sul tetto dell’auto, oppure accostando la tela al tubo di scappamento del veicolo per dipingerle con i fumi.
Klein e Arman si ispirarono reciprocamente, sia in quanto Nouveaux Réalistes, sia per amicizia. Entrambi di Nizza, lavorarono insieme per diversi anni e Arman diede al proprio figlio il nome di Yves.
A volte la creazione dei dipinti diventava una specie di performance art: nel 1960 ad un evento davanti ad una folla elegante e formale realizzò un dipinto con modelle nude mentre un’orchestra suonava la sua Monotone Symphony del 1949, composta da una sola nota continuata.
dal 21 ottobre 2016 in mostra alla Tate Liverpool l’universo del francese Yves Klein.