Personale di Antonella Catini
Testo in catalogo Philippe Daverio | Skira Editore
a cura di Antonietta Campilongo e Ida Mitrano
Inaugurazione martedì 17 giugno 2014 ore 16.00
Museo Ara Pacis | via di Ripetta 190 Roma
ore 15.00 da una Lectio Magistralis del professor Philippe Daverio sulla Metafora Artistica nella produzione del farmaco.
Curioso e intrigante il lavoro di Antonella Catini…
Philippe Daverio
Curioso e intrigante il lavoro pittorico di Antonella Catini. Ed eccentrico pure per un certo verso se si tiene conto delle pieghe che le arti visive recenti hanno preso. (…)
Antonella Catini, quasi controcorrente (…) si è rimessa a giocare in quell’ambito affascinante dove la mente dialoga con il gesto e il gesto si fa segno. Ed è come se la ricerca dell’energia che trapela dal suo fare avesse avuto la fortuna di scoprire un percorso proprio, capace di essere compreso da altri, di essere partecipato da altri. (…)
L’accumulo dei gesti e dei segni della generazione precedente è per Antonella Catini
esperienza acquisita, punto di partenza per far riprendere la corsa di questo pendolo. Gioca lei infatti con il gesto, vigoroso o delicato, si rimette a muovere la materia, impasta i colori. E va così a formare un cumulo sperimentale che torna ad avere una voglia narrativa, per accenni. Ma nel frattempo l’esperienza del secolo si è sedimentata. E quando lei pone una materia sopra l’altra, quando lancia il gesto, genera una lingua che torna a narrare. Sono di nuovo percepibili i significati. E come nelle lingue parlate, ogni segno nasconde una seconda opportunità semantica: le sovrapposizioni lasciano intuire gli strati sotterranei e reconditi, i segreti vengono a galla e l’immagine torna a formarsi in una nuova sua struttura. Se nella generazione precedente la figurazione diventava astratta, nel cosmo suo l’astrazione torna figurativa, ma in una dimensione rinnovata. Si apre la fantasia alla magia del vedere, un po’ come quando lo psicologo analizza un test di Rorschach. La casualità iniziale viene guidata nel suo stesso divenire. Tutto torna a comporsi. E allora si scopre che oltre la dimensione del nostro vedere quotidiano, quella che restituisce talvolta a fatica anche la fotografia, vi è una dimensione del nostro esistere quotidiano, apparentemente inafferrabile, che si fa tangibile e perenne quando assume la forma stabile dell’opera compiuta. Qui si riscopre la funzione della pittura, quella che lega l’uomo d’oggi a quello a lui simile già nella caverna antica, e cioè la rappresentazione del mito, del rito e forse talvolta del mistero e quindi del sacro.
Antonella Catini “gioca” con strumenti messi in atto da artisti talvolta a lei precedenti, così come in musica si compone in base ai grandi paradigmi che il contrappunto ha già stabilito.
Il risultato finale è ovviamente la risultanza applicativa del suo talento.(…)