L’idea delle “stazioni dell’arte” della metropolitana di Napoli risale al 1995, all’epoca della costruzione della tratta Vanvitelli-Museo, quando si decise di affidare ad architetti e artisti di fama mondiale la progettazione delle varie stazioni. Il piano s’inseriva nell’ambito del progetto “Gli Annali dell’Arte”, coordinato da Achille Bonito Oliva, che prevedeva la collocazione di opere d’arte contemporanea negli spazi pubblici più frequentati del capoluogo partenopeo con lo scopo di combinare la fruizione del trasporto pubblico con l’esposizione degli utenti all’arte contemporanea e favorirne così la conoscenza e la diffusione.
Da quel momento, gli ambienti interni ed esterni delle stazioni delle linee 1 e 6 della metropolitana di Napoli sono diventati un complesso artistico-funzionale che ospita circa duecento opere create da una novantina di importanti artisti internazionali – figurativi, concettuali, esponenti dell’arte povera e della transavanguardia, fotografi – e da alcuni giovani architetti locali. Solo per citarne alcuni: Gae Aulenti, Oliviero Toscani, Alessandro Mendini, Sandro Chia, Ettore Spalletti, Salvatore e Mimmo Palladino, Alan Fletcher, Dominique Perrault, Mario Sironi, Karim Rashid, Óscar Tusquets Blanca, William Kentridge, Luigi Ontani, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Francesco Clemente e molti altri.
Naturalmente, oltre all’obiettivo di rendere familiare alla popolazione l’arte contemporanea, altro non meno importante scopo dell’iniziativa è la riqualificazione di vaste aree del tessuto urbano a rischio degrado.
Questo complesso urbanistico ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale. In particolare, il 30 novembre 2012, la stazione Toledo è stata premiata come la più impressionante d’Europa dal quotidiano The Daily Telegraph, mentre quella di Materdei è risultata al 13º posto e il 4 febbraio 2014 la CNN ha eletto la stazione Toledo come la più bella d’Europa.
Da Design Playground